La creatività è roba da macchine?
Secondo il sociologo Anton Oleinik no. Forse l’intelligenza artificiale può imitare la creatività, riprodurre alcune parti del processo creativo, senza però ricrearlo per intero.
Questo perché la creatività umana, così come l’innovazione, nasce dalle reti sociali e dallo scambio: l’AI non ha un’intelligenza sociale. Almeno per ora.
In attesa che il primo robot puramente creativo ci smentisca, dobbiamo però rilevare che esistono già nella realtà dei robot pittori, dei robot scrittori. Perché, dunque, non possiamo immaginare un futuro in cui l’intelligenza artificiale faccia da garzone da bottega accelerando i processi operativi per lasciare alla mente umana solo la parte finale del processo creativo?
I puristi storceranno il naso - e anche l’autrice di questo articolo, che è una persona in carne e ossa e non un robot scrittore - ma storcere il naso non porta grandi innovazioni al genere umano quante, invece, può generarne la sperimentazione e l’accettazione del progresso tecnologico.
Da Van Gogh a GAN Gogh
Rimanendo nel campo della pittura, già nel 2015 è stata messa a punto una rete neurale capace di combinare due stili di due immagini diverse creando un ibrido intermedio, un’opera d’arte derivata e unica nel suo genere: con questo “image style transfer” è possibile, in pratica, trasferire lo stile di Van Gogh su un’immagine totalmente diversa, trasformandola in qualcosa di simile a ciò che avrebbe fatto il pittore olandese con lo stesso soggetto.
Un’altra applicazione, invece, potrebbe convertire uno schizzo in una fotografia grazie all’uso di GAN - generative adversarial network: un’opera prodotta in questa modalità è stata battuta all’asta per oltre 400mila dollari.
L’intelligenza creativa artificiale è, insomma, già un business.
Fidenza
Nelle nostre ricerche sull’argomento siamo incappati in Fidenza, l’algoritmo generativo basato su un campo di flusso creato da un artista visuale, Tyler Hobbs.
Fidenza in base alla configurazione e agli input di Hobbs (colore, turbolenza, dimensioni, curve) crea quadri che poi vengono venduti come opere d’arte, molti anche a scopo benefico.
Con buona pace di un altro Hobbes (con la e, filosofo) che sosteneva che la fantasia fosse una facoltà tipica solo dell’essere umano.
PS. Ovviamente in quanto arte digitale sono in vendita sui più famosi portali NFT del momento e potete acquistarli per cifre che variano da 0.2 ETH (Ethereum una delle crypto più famose) ovvero circa 1.000€ sino a 888ETH ovvero circa 3 MILIARDI di dollari, dollaro più dollaro meno.
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